28 gennaio 2007

A Veganman in New York


Secondo Happy Cow, che ha stilato una piccola classifica delle città con la migliore offerta di cibo vegan, New York si erge come il vero paradiso per chiunque abbia deciso di abbandonare il consumo di prodotti animali per ragioni etiche, seguita a ruota da San Francisco, Londra, Singapore e Seattle.
Ergo, complice la decisione da parte dei miei genitori di andarci tra Natale e Capodanno, e con la scusa di far loro da guida e interprete, ecco l'occasione giusta per testare di persona quello che la Grande Mela può offrire da questo punto di vista!
A New York ero già stato anni addietro, precisamente nel 2000, quando il simbolo della metropoli erano ancora le Torri Gemelle, e quando gli Stati Uniti erano un luogo più amichevole e meno diffidente di adesso… All’epoca non ero ancora vegan (anzi…), e quindi questo ritorno al di là dell’Atlantico si è prospettato ancora più piacevole per il fatto di poter provare ristoranti mitici come
Teany (la caffetteria di Moby) e il Candle Café, da molti considerato il miglior ristorante "verde" della East Coast.


Come ho trovato la città? Beh, questa volta mi ha entusiasmato ancora più dell'altra, vuoi per gli addobbi, vuoi per la vivacità e per l'offerta culturale, sempre ricchissima. Anche i miei ne sono rimasti entusiasti, e sono stato davvero contento che abbiano potuto coronare questo loro sogno che accarezzavano già da diversi anni. Gotta love the Big Apple!


Ma veniamo alla parte più strettamente gastronomica... Due i locali che mi sento maggiormente di consigliare:
Il "must", ovvero il Candle Café (1307 Third Ave): ristorante strettamente vegano, imparentato con il Candle 79 (154 East 79th St), si presenta come un lungo corridoio, e con un'atmosfera piuttosto rilassata (se non fosse per i camerieri che corrono dalla cucina ai tavoli). Tra i piatti provati la “Magical Miso Soup”, zuppa di miso rivisitata con l’utilizzo del delicato miso bianco e, come piatto principale, la specialità della casa, la "Paradise Casserole", un delizioso (ed enorme) sformato di patate dolci, fagioli neri e miglio. Ma sono i dessert il vero capolavoro del ristorante... mia madre e io non possiamo non inchinarci di fronte alla "Decadent Chocolate Cake", un capolavoro di cioccolato in porzione decisamente American-style (enorme!). Ma anche mio padre non sembra deluso dalla sua torta alla mousse di cioccolato...
L'altro locale è
Souen (210 Avenue Of The Americas), nel caratteristico quartiere di Soho, un accogliente ristorante macrobiotico gestito interamente da personale giapponese. Le porzioni si adattano al palato nordamericano (big, big, big!), con il vantaggio di essere serviti in tutta calma da cameriere gentilissime. Come dicevo è un ristorante macrobiotico, non vegan, quindi vengono serviti anche alcuni (pochi, per fortuna!) piatti a base di pesce. Eccezionali i piatti di udon, sublime la "New York Cheesecake" preparata col tofu.
Abbiamo poi provato anche altri locali, meno degni di nota, e purtroppo non siamo riusciti a passare né da Teany, né da
Angelica Kitchen (uno dei primi ristoranti veg di NY), né tantomeno da Mana, che offre, a detta di Lonely Planet, uno sfizioso brunch vegan nel fine settimana. Pazienza, sarà per la prossima volta!
In cambio, mi sono premunito acquistando due ricettari... il fantastico "The Candle Café Cookbook", con tutte le ricette dei piatti offerti dal ristorante (sì, anche la torta cioccolatosa decadente!), e un libro di cucina giapponese vegan, trovato in una libreria nipponica, di una certa Yumiko Kano (ますます菜菜ごはん - Masumasu saisai gohan): le foto (e le ricette) sono vere opere d'arte, e mi sto già attrezzando per sperimentare i makiyaki di sedano!

Nota di merito, infine, alla British Airways e ai suoi pasti vegan: al ritorno siamo stati infatti spostati al check in su un altro volo per Londra rispetto a quello su cui eravamo prenotati. Ciononostante la compagnia è riuscita comunque a garantirci i pasti speciali. Qualcuno in Italia farebbe meglio a riflettere...

20 gennaio 2007

Tagliatelle al ragù di verdure


Ecco un classico della cucina vegetariana, estremamente gustoso ma altrettanto leggero. La cottura del ragù richiede naturalmente il maggiore impegno, ma il palato ne verrà sicuramente soddisfatto!
In commercio esistono tagliatelle senza uovo, sia integrali che di semola bianca, che raccoglieranno a perfezione il sugo di accompagnamento. In mancanza, potete provare il ragù con altri formati di pasta (come le trenette o gli spaghetti).

Ingredienti (per 4):

tagliatelle integrali senza uovo 350 g
pomodori pelati 300 g
cipolla 1, grossa
carote 2
sedano con le foglie 1 cuore
prezzemolo fresco 1 mazzetto
aglio 2 spicchi
olio extravergine d'oliva 4 cucchiai
alloro 1 foglia
basilico fresco
sale marino integrale
pepe nero

Tempo di preparazione: 1h


Sbucciate la cipolla e l'aglio, raschiate le carote e lavate tutte le verdure. Affettate cipolla, carote, sedano, prezzemolo e aglio. Metteteli in una casseruola con 2 cucchiai di olio e lasciate appassire il tutto a fuoco basso.
Nel frattempo tagliate a pezzetti i pelati, uniteli alle verdure insieme all'alloro. Non appena le verdure inizieranno a sobbollire, irrorateli con un mestolo d'acqua. Aggiungete il basilico, del pepe nero macinato e il sale. Mescolate, portate a bollore, coprite con un coperchio e cuocete a fuoco basso per mezz'ora, ricordandovi ogni tanto di mescolare.
Dopo una decina di minuti mettete sul fuoco l'acqua per la pasta (3 litri abbondanti).
Una volta che le verdure sono pronte, togliete la foglia d'alloro e passatele con il robot o il passaverdure. Tenete il ragù ottenuto al caldo.
Non appena l'acqua della pasta inizierà a bollire, salate e immergete le tagliatelle. Riscaldate la zuppiera in cui le servirete (magari appoggiandola sulla pentola in ebollizione). Attenetevi ai tempi di cottura sulla confezione della pasta e scolatela al dente.
Mettete le tagliatelle nella zuppiera e conditele con 2 cucchiai di olio. Aggiungete il ragù, mescolate e... buon appetito!

13 gennaio 2007

Pasta al forno


Innanzi tutto mi scuso per la lunga assenza dal blog, mi sono preso due settimane di stacco, complici le ferie natalizie, e il rientro in ufficio e il ritorno al normale delirio quotidiano (palestra, piscina, giapponese, svedese...) hanno ulteriormente ritardato i miei post. In ogni caso sono riuscito a cucinare molto durante queste vacanze, quindi ho un bel po' di materiale da pubblicare.
E iniziamo subito con un piatto che ho cucinato domenica scorsa, e che sembra aver riscosso il favore dei commensali: la pasta al forno. La ricetta non è di mia invenzione, l'ho presa pari pari dalla Vegagenda 2007, pur apportando qualche minima modifica.
Ma andiamo nello specifico...

Ingredienti (per 4):


rigatoni di kamut 300 g
passata di pomodoro 500 g
cipolla 1
alloro 1 foglia
rosmarino secco
vino rosso 60 ml
olio extravergine d'oliva 6 cucchiai
farina bianca 00 1 cucchiaio
scarti di verdure (cavolfiore, porri, carciofi)
noce moscata
sale marino integrale

Tempo di preparazione: 1h30' circa

Innanzi tutto preparate un brodo vegetale: mettete a cuocere in una pentola con un litro d'acqua degli scarti di verdure (io ho usato dei gambi di carciofo, delle foglie di cavolfiore e gli scarti di qualche porro); in mancanza di scarti, usate una cipolla, una carota, del sedano e quant'altro vi suggerisce la fantasia. Lasciate sobbollire almeno per venti minuti. Scolate, raccogliete il brodo, salatelo leggermente, ed eliminate gli scarti. Tenetene da parte 300 ml per la ricetta.
Tritate ora la cipolla, e rosolatela in una padella con 4 cucchiai di olio, l'alloro e il rosmarino. Versate il vino e fatelo evaporare. Aggiungete poi la passata, salate e fate cuocere a fuoco basso per 15 minuti. Eliminate le foglie di alloro.
Preparate ora una besciamella leggera: mescolate in un pentolino la farina, il sale, un pizzico di noce moscata e 2 cucchiai di olio. Mettete sul fuoco (basso), e aggiungete, rimestando continuamente sempre nello stess
o verso il brodo preparato precedentemente. Quando inizia a bollire, spegnete.
Mettete a bollire l'acqua per la pasta: quando bolle, salatela e buttate la pasta. Scolatela al dente (attenetevi ai tempi di cottura indicati sulla confezione).
Accendete il forno a 200°.
Prendete ora una teglia, sistemate un pochino di salsa e di besciamella, un primo strato di pasta, uno strato di salsa, uno di besciamella, e così via, concludendo con salsa e besciamella.
Infornate e lasciate gratinare per 20 minuti.
Buon appetito!