08 agosto 2008

Trasloco...

Ciao a tutti, d'ora in poi mi troverete su

http://www.cucchiaiodilegno.it/

Il nuovo sito è già attivo, ma in fase di forte miglioramento... Mi sto dedicando alla scoperta di WordPress ;-)
Chiederei a chi mi ha gentilmente inserito nei suoi contatti di aggiornare il collegamento, dato che questo blog non verrà più aggiornato.

06 agosto 2008

Novità e segnalazioni

Ciao a tutti, sono ancora vivo, mi sto godendo i primi giorni di ferie in una Torino semideserta in attesa di partire per le vacanze fra pochi giorni.
Ho un po' di ricette in archivio, sicuramente ne posterò almeno una prima della mia partenza.

Nel frattempo, vorrei approfittarne per fare alcune segnalazioni interessanti.
Luisa, commercialista vegan e attivista di Torino, ha lanciato una petizione on-line, si tratta di chiedere che anche il tofu e il seitan entrino a far parte della grande distribuzione e possano essere presenti sulle tavole delle mense scolastiche e aziendali. Invito caldamente tutti, vegan, vegetariani, onnivori e anche chi non ne abbia mai sentito parlare (almeno così avete una ragione per provarli!), a dedicare due minuti per firmare questa richiesta. Grazie in anticipo, il link è qui.
Volevo segnalarvi poi questo sito, dedicato alla raccolta di locali veg e macrobiotici in Italia, in costante aggiornamento. Naturalmente potete contribuire con le vostre segnalazioni, soprattutto per il Centro-Sud. Il sito si chiama VegOut.
Infine segnalo il nuovo blog di Giuseppe, che mi ha scritto un mese fa e a cui io ho risposto solo oggi (scusa, ma ero a Tel Aviv per lavoro...).

Buon inizio d'agosto a tutti!

26 luglio 2008

Omelette di tofu con salsa cinese


Innanzi tutto mi scuso per la lunga latitanza dal blog, ma quest'ultimo mese e mezzo è stato particolarmente pesante al lavoro, sia per le varie chiusure prima delle ferie, sia per le tre settimane di viaggio che mi hanno impedito qualsiasi attività davanti ai fornelli.
Per fortuna le vacanze sono vicine, manca solo una settimana, e avrò finalmente un po' di tempo per portare avanti alcuni progetti collegati col miglioramento di questo spazio web... No, non anticiperò nulla per ora :-)

Una grande assente dal mio blog, immeritatamente, è stata finora la cucina cinese. Per rimediare mi sono quindi cimentato con la sperimentazione di una ricetta un po' laboriosa, quella di un'omelette cinese. La difficoltà maggiore è stata quella di rendere l'effetto delle uova facendone chiaramente a meno. Un valido aiuto viene dal tofu vellutato (kinugoshi, noto ai più come silk tofu), che permette di realizzare una omelette dalla consistenza e dal gusto molto simile a quello originale.


La realizzazione prevede un po' di pazienza e di attenzione, sia per il reperimento degli ingredienti, sia per la velocità di esecuzione (i tempi di realizzazione sono importanti per il buon esito del piatto), ma il risultato è davvero eccezionale.


Omelette di tofu con salsa cinese
Funghi cinesi e germogli di bambù (in scatola al naturale), così come il vino di riso, li trovate in qualsiasi negozio specializzato in prodotti asiatici, ce ne sono ormai ovunque nelle medie e grandi città, soprattutto laddove ci sono maggiori concentrazioni di comunità cinesi.
Una parola a parte la merita il vino di riso cinese, di cui il più famoso è lo Shao Shing, prodotto nella provincia dello Zhejiang (nord-est), preparato con riso, miglio, lievito e acqua di sorgente, e che deve invecchiare almeno 10 anni. Viene chiamato anche "vino della figlia": secondo la tradizione, alla nascita di una bambina, bisogna metterne un po' da parte per berlo il giorno delle sue nozze.
Per quanto riguarda gli altri ingredienti, la kelp, che non è altro che polvere di alga kombu, si trova nei negozi di alimentazione naturale, così come il tofu vellutato (kinugoshi), conosciuto generalmente come silk tofu. L'amido di mais (maizena) può essere sostituito dalla fecola di patate, e il sakè giapponese può rimpiazzare il vino cinese di riso. Le quantità indicate permettono di ottenere circa 6 omelette.


Per le omelette:
tofu vellutato 700 g
latte di soia 5 cucchiai
lievito alimentare in scaglie 5 cucchiai
amido di mais 10 cucchiai
tahin 5 cucchiaini
curry 1 cucchiaino
sale marino integrale 1 cucchiaino
curcuma 2 cucchiaini

Per il ripieno:
funghi cinesi secchi 2
tofu 300 g
kelp 1 cucchiaino
olio di girasole 3 cucchiai
zenzero fresco 5 cm
germogli di bambù al naturale 125 g
cipollotti 6

Per la salsa:
liquido di ammollo dei funghi 3 cucchiai
shoyu 3 cucchiai
vino di riso cinese 2 cucchiai
amido di mais 2 cucchiaini
acqua 2 cucchiai
malto di grano 1 cucchiaio
cipollotto 1

Sciacquate i funghi cinesi e ammollateli in acqua calda per 20'. Sbucciate e grattuggiate lo zenzero. Scolate i germogli di bambù e tagliateli a pezzetti. Lavate e affettate i cipollotti. Scolate i funghi, senza eliminare l'acqua di ammollo, eliminate il gambo legnoso e tagliateli finemente.

Passate il tofu compatto al mixer con la kelp. Scaldate 1 cucchiaio di olio nel wok e fatelo saltare con lo zenzero per circa 2' a fiamma vivace. Trasferite il composto su un piatto. Mettete quindi i cipollotti, i germogli di bambù e i funghi nel wok e fateli saltare per 1'.

Passate al mixer tutti gli ingredienti per le omelette, fino a ottenere un prodotto perfettamente omogeneo. Oliate leggermente una padella antiaderente di circa 24 cm di diametro, scaldatela e aggiungete un paio di mestoli di composto. Stendetelo bene e fate cuocere per circa 2', facendo attenzione che non attacchi. Aggiungete un po' di composto di tofu e zenzero, e un po' di verdure saltate, mettendole solo da una parte. Coprite con un coperchio e fate cuocere 1'-2'. Togliete quindi il coperchio, con una spatola alzate la parte libera dell'omelette e ripiegatela sul composto. Ripetete l'operazione per le altre omelette, tenendo al caldo quelle già realizzate.


Preparate la salsa, stemperando l'amido di mais nell'acqua e nel liquido di ammollo dei funghi. Versate il tutto in un padellino, aggiungete lo shoyu, il malto e il vino e portate a ebollizione a fuoco basso, rimestando continuamente fino a far addensare. Lavate, asciugate e affettate il cipollotto.

Versate la salsa su ogni omelette, decorate con il cipollotto e servite.

Tempo di preparazione: 1h

13 luglio 2008

Jagannath



Quest'anno sono stato due volte per lavoro a Mosca. La Russia non è un posto dove è particolarmente facile mangiare veg purtroppo, ma almeno nelle grandi città sono presenti alcuni ristoranti specializzati che possono aiutare il visitatore occasionale. (Altrimenti ci si arrangia con insalate, cetrioli, patate e funghi e con il loro favoloso pane nero).

In particolare, uno degli indirizzi più interessanti è il Jagannath, anche per la sua posizione centrale e la vicinanza alla Piazza Rossa (circa 10 minuti a piedi). Il locale è polivalente, fungendo sia da punto vendita di prodotti e alimenti vegetariani, sia da ristorante self-service (con accesso wireless, tra l'altro), sia da ristorante tradizionale alla carta con tanto di musica indiana dal vivo.


Trattandosi di un locale di ispirazione indiana, circa metà del menù contiene latticini, mentre l'altra metà è vegan. In ogni caso sul menù alla carta sono selezionati gli ingredienti (in inglese e russo), quindi non dovrebbero esserci problemi. Il vero problema è che solo una persona parla un inglese più o meno comprensibile, quindi a) o vi imparate un po' di russo prima b) o vi fate capire a gesti.


Interessante anche il self-service, dove si paga a peso. Il cibo è ben cucinato, le porzioni abbondanti, il personale gentile (per gli standard russi!!). Fra le opzioni, numerose zuppe di ispirazione sia russa che orientale, antipasti, e numerose proposte a base di tofu e seitan.


Jagannath
Uliza Kuznetsky Most, 11
Tel. +7-(0)95-6283580
Orari: 11.00 - 23.00
Metro: Kuznetsky Most/Lubyanka
http://www.jagannath.ru/

29 giugno 2008

Teglia di verdure estive al forno


Non c'è dubbio, gli ortaggi estivi sono fra i miei ingredienti preferiti. Melanzane, zucchine, peperoni e pomodori: li evito accuratamente in tutte le altre stagioni (nonostante siano perennemente disponibili sul mercato, anche in versione bio), ma è proprio per questo motivo che d'estate sono immancabili nelle mie ricette.

Uno dei modi che preferisco per consumarli è quello di passarli al forno. Certo che con il caldo e l'afa estivi non è il massimo, ma si può ovviare preparandone un paio di teglie in modo da averle disponibili per due-tre giorni.

Oggi, dopo una settimana di temperature africane e con un tasso di umidità a dir poco insopportabile, mi sono deciso a riprepararle. Per fortuna nel pomeriggio è arrivato in soccorso un bel temporale che ha abbassato notevolmente la temperatura esterna, mitigando quindi "l'effetto-forno" in casa...

La ricetta viene davvero molto bene utilizzando delle melanzane tonde più chiare, decisamente più dolci di quelle di forma allungata più scure. La cottura al forno rende le verdure tenere e succose, mentre il pangrattato crea una crosticina dorata che si abbina bene alla morbidezza degli ortaggi.


Teglia di verdure estive al forno

Utilizzate una buon quantità di ortaggi di stagione, le dosi che ho indicato sono quelle utilizzate per due grosse teglie per un totale di 8 porzioni abbondanti. Fate attenzione che il pangrattato non contenga strutto, meglio inoltre se integrale. I capperi migliori sono quelli sotto sale, che andranno naturalmente sciacquati bene prima dell'utilizzo.

melanzane 2
peperone rosso 1
peperone giallo 1
peperone verde 1
zucchine 5
cipolla 1
aglio 4 spicchi
passata di pomodoro 750 g
basilico 10 foglie ca.
prezzemolo 4 rametti
capperi 2 cucchiai
olio extravergine d'oliva 4 cucchiai
sale marino integrale 10 g ca.
pangrattato 6 cucchiai

Lavate e asciugate le verdure. Tagliate melanzane, peperoni, zucchine e cipolla a fette.

Oliate due teglie da forno. Disponete le verdure a strati, iniziando dalle melanzane, poi i peperoni, le zucchine e la cipolla, salando man mano ogni strato.

Tagliate gli spicchi d'aglio a pezzi e aggiungeteli alle verdure. Ricoprite poi il tutto con la passata.

Lavate e asciugate basilico e prezzemolo. Tritateli e aggiungeteli alle verdure. Salate abbondantemente. Terminate con i capperi e spolverate le teglie di pangrattato.

Infornate a 200° per 1h. Estraete poi dal forno e lasciate raffreddare qualche minuto.

Tempo di preparazione: 1h40'

22 giugno 2008

Insalata di noci e tofu affumicato


Sono partito da Torino per Tokyo che pioveva e si girava con l'impermeabile, possibilmente ben coperti date le temperature quasi invernali, e torno con più di 30° e un tasso d'umidità da volersi rinchiudere dentro il frigorifero per i prossimi due mesi... Voglia di cucinare, praticamente azzerata (beh, non che da un mese a questa parte ce ne sia molta, vista la mia latitanza estrema dal blog).
Però qualcosa si dovrà pur ingerire, e una buona idea è quella di darsi a insalate ricche di ingredienti, accompagnate dal del buon pane integrale a lievitazione naturale.

Insalata di noci e tofu affumicato
Ingredienti per 4

lattuga 2 cespi
noci 50 g (sgusciate) + qualche gheriglio per decorare
tofu affumicato 150 g
semi di sesamo 4 cucchiai
lievito in scaglie 4 cucchiai
germe di grano 4 cucchiai
olio extravergine d'oliva 4 cucchiai
aceto di mele 2 cucchiai
sale marino integrale 1 pizzico

Tempo di preparazione: 20'

Per prima cosa, affettate il tofu molto sottilmente, e tagliatelo a strisce. Tritate grossolanamente le noci. Lavate la lattuga con cura, asciugatela e tagliatela a striscioline. Mettetela in una ciotola e conditela con l'olio, l'aceto e il sale. Unite le noci.
Dividete l'insalata in quattro piatti, unite le fettine di tofu, e cospargete ogni piatto con un cucchiaio di semi di sesamo, uno di lievito in scaglie e uno di germe di grano. Decorate con qualche gheriglio.
Servite subito.

13 giugno 2008

Pure Cafe

Ultimamente (per fortuna) a Tokyo i locali vegetariani o vegani stanno aprendo come funghi. Il Pure Cafe, costola del Cafe Eight, è stato inaugurato cinque anni fa, ed è uno dei pochi posti ad offrire colazioni veg di mattina presto (da provare la granola fatta in casa).
La cura dei piatti è assolutamente identica a quella della "casamadre", ma con prezzi decisamente più ridotti.
Il locale è arredato in maniera semplice ed elegante. Un lungo bancone propone a vista tutte le alternative del giorno.
A pranzo troverete vari setto-ranchi (menù fissi), basati sulle proposte del giorno. Unico neo le porzioni, piuttosto ridotte (ma questo è tipico del Giappone, dove mangiano solitamente meno di noi). In ogni caso ho ovviato ordinando due menù fissi ;-)
Da assaggiare assolutamente gli squisiti dolci, tra cui un ottimo muffin ai semi di zucca con mascarpone di tofu.



L'atmosfera è molto rilassata: l'ideale è portarsi un libro, se si è da soli, o godersi il passaggio della gente per un paio d'ore, magari curiosando anche nel minuscolo shop di prodotti vegan.
Il locale è frequentato per lo più da giovani donne giapponesi (decisamente più propense ad approfittare dei piccoli piaceri della vita rispetto ai conterranei maschi) e da stranieri, per la maggior parte anglofoni residenti. Come in gran parte del Giappone è inutile che speriate di farvi capire in inglese con le commesse: i gesti o un minimo di giapponese imparato su qualche frasario saranno la cosa migliore, tanto qui andate sul sicuro, dato che è tutto vegan.



Pure Cafe
5-5-21 Minami Aoyama
Minato-ku
Tokyo

東京都港区南青山 5-5-21
08.30-22.30 (ultimo ordine 22)
Tel. +81 (0)3 5466 2611
www.aveda.co.jp/cafe

05 giugno 2008

6 cose... a colazione


Rispondo a Nataraja che mi ha invitato a partecipare a questo famoso meme che circola in rete ormai da un po', e che accetto volentieri.

Allora, elenchiamo sei fra le cose che mi piace fare (evitando l'ovvietà, ovvero che mi piace cucinare).

1) viaggiare. Che si tratti di un prendere un volo a lungo raggio o di una gita nei dintorni di Torino, viaggiare è per me fondamentale. La possibilità di vedere e di sperimentare personalmente luoghi e situazioni diverse, di entrare in contatto con la gente del posto, di conoscere modi di vita pur sempre diversi nonostante la globalizzazione imperante vale più di qualsiasi ricchezza.

2) andare al cinema. Scegliere accuratamente il film, e poi immergersi, col buio e le immagini ingrandite dello schermo, nella storia e nei dialoghi. E guai ad alzarsi prima che i titoli di coda siano terminati!

3) gironzolare in libreria. Le librerie sono luoghi davvero affascinanti. Ed è difficile non passarci almeno un'ora curiosando e sfogliando libri. Ancora più difficile uscirne senza averne acquistato qualcuno.

4) guardare gli animali. Come si comportano (in natura, di certo non allo zoo!) e come interagiscono fra di loro. È sempre una lezione impagabile.

5) studiare altre lingue. Questa è proprio una passione, che occupa buona parte del mio tempo libero. Credo che non esista una lingua che non mi affascina. Purtroppo il tempo è sempre tiranno, e ho dovuto (e voluto) quindi restringere il mio campo d'azione al giapponese e a una "manciata" di lingue europee. Ma la tentazione di studiarne altre è sempre forte. Proprio oggi mi hanno dovuto strappare di mano un corso d'ebraico moderno che stavo per acquistare ;-)

6) fare colazione. È una delle ragioni principali per cui mi sveglio, e non fatemela saltare, altrimenti mi arrabbio ;-) E se sono di fretta, c'è sempre la colazione veloce proposta da Emanuela Barbero e la dottoressa Luciana Baroni nell'interessantissimo ricettario Curarsi con la cucina etica.


Ingredienti

Per 1

pane integrale 2 fette (100 g)
crema di nocciole 2 cucchiaini
malto di riso 1 cucchiaino
infuso di frutta 1 bustina



Tempo di preparazione: 10'

Mettete a bollire una tazza d'acqua. Una volta a ebollizione, spegnete e mettete una bustina di tisana di frutta a piacere (ottimi quelli Viropa) in infusione per 5'. Dolcificate con il malto. Spalmate la crema di nocciole sulle fette di pane.

01 giugno 2008

Maggio 2008

Mese un po' pigro questo, in ogni caso sono riuscito a postare qualche piatto. Per una colazione alla "svizzera" niente di meglio di un buon muesli alla mela. Di ispirazione francese, ma con influenze mediterranee e tropicali la vinaigrette agli agrumi, servita poi da base per una più consistente vinaigrette alla barbabietola, interessante accompagnamento all'insalata di barbabietole, arance e rucola. E per concludere in dolcezza, un salto in Australia con un dolce al lime e cioccolato con baci fondenti al cocco accompagnato da un velocissimo sorbetto al mango.

Per quanto riguarda le recensioni ai ristoranti dove mangiare veg, questa volta sono andato vicino, a 20 km da Torino, da Hobb's.

E infine, per le consuete foto dei viaggi, un paio di scatti del mio viaggio di lavoro a Sydney.

30 maggio 2008

Hobb's


Hobb's è un locale interessante che si trova a Ciriè, nel Canavese, a 20 km da Torino e non lontano dall'aeroporto. Il locale è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 8 di mattina a mezzanotte (fino all'1 il venerdì e sabato).
Disposto in una vecchia casa di ringhiera, è un ristorante-caffetteria vegetariano, che ospita spesso anche eventi culturali e degustazioni.


L'arredamento interno è molto curato, il personale gentile, il menù abbastanza vario: a cena è possibile trovare sempre una discreta scelta di pietanze vegan a base di cereali, verdure, legumi, e seitan.




Hobb's è famoso anche per le sue torte e biscotti, purtroppo quasi sempre realizzate con uova e latte. Questo è un po' il punto dolente del locale, ed è strano che non venga realizzato regolarmente almeno un prodotto da forno completamente vegetale. Non che possiate rimanere senza dolce, però sinceramente entrambe le volte che ci ho cenato non ho trovato i loro dessert vegan particolarmente entusiasmanti.

Ecco cosa intendo: questa sorta di crema di soia era di uno stucchevole e zuccherino da far venire la carie e... frutti di bosco a marzo?!?

In ogni caso vale la pena andarci, soprattutto perché il locale va premiato per essere aperto praticamente sempre e per il coraggio dei proprietari di aver aperto in una cittadina di provincia in cui il consumo di carne è senz'ombra di dubbio molto consistente e il discorso del vegetarianesimo ancora embrionale.

Hobb's
Via Cavour 22
Ciriè (TO)
Tel. 011 9214392
Orari: mar-gio e dom 08-24, ven-sab 08-01, chiuso lun

25 maggio 2008

Insalata di barbabietole, arance e rucola con vinaigrette alla barbabietola


A forza di cucinarle in vari modi, le barbabietole mi stanno quasi diventando simpatiche. Non dico che siano diventate uno dei miei ortaggi preferiti, ma sicuramente non mi disgustano più come un tempo... Anzi, ne sto rivalutando e apprezzando il sapore dolce di terra. Non sono ancora riuscito però a provarle crude: le uniche che trovo in commercio sono biologiche ma già cotte al vapore e confezionate sottovuoto. Per quest'anno pazienza, quando sarà nuovamente stagione, a partire dal prossimo inverno, proverò a cercare quelle fresche.
Qui le ho abbinate al sapore amarognolo della rucola, e a quello dolce delle ultime arance siciliane di stagione. La combinazione di gusto è interessante, grazie anche alla vinaigrette semisolida, sempre a base di barbabietola, ma è soprattutto l'alternanza dei colori il punto forte di questo piatto.

Insalata di barbabietole, arance e rucola con vinaigrette alla barbabietola

Ingredienti
4 persone


rucola 125 g
barbabietole cotte al vapore 4 da 125 g ognuna
arance 4
sale marino integrale 1 pizzico
prezzemolo 1 gambo


Per la vinaigrette
vinaigrette agrumata 200 ml
barbabietola cotta al vapore 1

Tempo di preparazione: 15'

Per prima cosa preparate la salsa, frullando la vinaigrette agli agrumi con la barbabietola tagliata a pezzi.
Lavate la rucola, asciugatela e disponetela sui piatti. Affettate le barbabietole.
Lavate il prezzemolo e asciugatelo.
Sbucciate le arance con un coltello affilato, eliminando anche la pellicina bianca esterna. Affettatele.
Disponete le fette di barbabietole di arance alternate sulla rucola. Aggiungete di fianco un paio di cucchiai abbondanti di vinaigrette. Salate.
Tritate le foglie di prezzemolo e guarnite i piatti. Servite subito.

Altre ricette con la barbabietola: crema di barbabietole e terrina arcobaleno. Da provare anche il sughetto simil-pomodoro di Arame e l'insalata di barbabietole e carote di Claud.

19 maggio 2008

Vinaigrette agrumata


Ultimamente sto facendo incetta di lime (o limette): hanno un bel colore verde e un profumo e un aroma piacevole. Già sperimentate nel dolce australiano, si prestano bene anche per una vinaigrette velocissima da preparare, ma un po' diversa dal solito: bella piccante e senz'olio! Da provare, è davvero ottima sulle insalate.

Vinaigrette agrumata
400 ml

aceto balsamico di Modena 125 ml
lime 4
arance 2
aglio 2 spicchi
olive nere 6
senape di Digione 1 cucchiaio
zucchero integrale (Panela) 1 pizzico

Tempo di preparazione: 10' + 8h di riposo

Lavate gli agrumi, tagliateli a metà e spremeteli. Unite il succo dei lime e quello delle arance all'aceto balsamico. Pelate e schiacciate gli spicchi d'aglio, uniteli al composto. Tagliate le olive a pezzetti, eliminando il nocciolo, aggiungetele al resto insieme alla senape e allo zucchero. Mescolate bene il tutto, versate in un barattolo, chiudete, agitate ancora e riponete in frigo, lasciando insaporire per almeno 8 ore. Prima di servire potete frullarla, togliendo però prima l'aglio (a meno che non vogliate scacciare parenti, amici e vampiri).

13 maggio 2008

Dolce al lime e cioccolato con baci fondenti al cocco e sorbetto di mango (from Sydney with love...)




Come avete trascorso il vostro ultimo San Valentino? Se siete in coppia, spero nel migliore dei modi possibili, magari con una romantica cenetta a lume di candela con la vostra dolce metà, e con un altrettanto interessante dopocena. Il mio è stato, diciamo, un po' più originale quest'anno... Per lavoro mi sono ritrovato la sera del 14 febbraio su un volo Tokyo-Sydney in compagnia di due colleghi... Romantico, no?
Dopo essermi stordito con l'orribile cena vegan della Qantas a base di un tristissimo riso a vapore avvolto da foglie di banano, mi sono ripromesso di sopperire a quanto avvenuto cercando sulla rete qualche ricetta australiana da riproporre una volta tornato in patria. La mia attenzione è stata catturata da un interessante dolce a base di lime, accompagnato da un velocissimo sorbetto al mango. Avevo già proposto una torta dal Down Under a Natale, decisamente più impegnativa, ma questa è di stampo nettamente diverso, e utilizza la frutta tropicale che cresce nel nord del paese (la zona prettamente tropicale).

Importante è la scelta degli ingredienti: preferite frutta tropicale del commercio equosolidale, se disponibile, così come il cioccolato, fondente al 70% almeno, con zucchero integrale e senza lecitina di soia.


Dolce al lime e cioccolato con baci fondenti al cocco

Per 8 persone

lime 20
limone ½
farina "0" 300 g + 1 cucchiaio per la tortiera
amido di mais 90 g
malto di grano 150 g
cremortartaro 1 bustina (18 g)
olio di girasole 1 cucchiaio + 1 cucchiaio per la tortiera

Per la copertura
cioccolato fondente 400 g
cocco essiccato in scaglie 250 g

Tempo di preparazione: 1h + 1h raffreddamento



Sorbetto di mango
Per 8 persone

mango 1
malto di grano 130 g

Tempo di preparazione: 15' + 3h raffreddamento

Accendete il forno a 200°. Spremete il mezzo limone e i lime.
In una terrina, mescolate gli ingredienti secchi: farina, amido di mais, cremortartaro. In un'altra il succo degli agrumi con il malto e l'olio. Unite gli ingredienti liquidi a quelli secchi, e amalgamateli insieme (ma non a lungo).
Oliate e infarinate uno stampo da forno quadrato e rovesciate il composto. Infornate e cuocete per 30'.
Nel frattempo sbucciate il mango e tagliate la polpa a pezzi (ne rimarrà comunque un po' attaccata all'osso centrale). Frullatela con il malto e mettete subito il composto nel congelatore.
Estraete il dolce dal forno (controllate la cottura con uno stecchino) e fatelo raffreddare. Sfornatelo e tagliatelo in 8 parti uguali.
Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria e versatelo poi in una terrina. In un'altra terrina versate le scaglie di cocco.
Immergete rapidamente ogni pezzo di dolce nel cioccolato fuso, e poi nel cocco, facendolo ben aderire al rivestimento di cioccolato. Mettete ad asciugare su della carta da forno in frigorifero.
Lasciate rapprendere il tutto per almeno 2-3 ore.
Con il cioccolato e il cocco avanzati, realizzate dei "baci" fondenti immergendo il cocco nel cioccolato, e formando delle palline da far sempre rapprendere su carta da forno.
Servite il dolce accompagnandolo con i fondenti di cocco e il sorbetto al mango. Potete decorare con fettine di lime immerse per metà nel cioccolato fuso e fatte raffreddare su carta da forno.




Sydney
Dowtown dalla baia e Opera House

07 maggio 2008

Apfelmuesli


Altra ricetta di muesli, questa volta si tratta della versione in parte modificata del muesli proposto da Maximilian Bircher Benner, medico svizzero di fine Ottocento che per primo ha evidenziato l'importanza terapeutica della dieta vegetariana a base soprattutto di cibi crudi (verdura, frutta e semi oleosi). E se pensate che alla fine del XIX secolo la medicina consigliava ampi quantitativi di carne, soprattutto rossa, e cibi raffinati, si capisce l'azione rivoluzionaria portata avanti da questo medico.
Caposaldo delle diete curative da lui proposte è per l'appunto il Birchermuesli, a base di mele e fiocchi d'avena, di cui vi propongo la ricetta, riveduta in alcuni punti.


Apfelmuesli (muesli alla mela)

Ingredienti
Per 1 persona

fiocchi d'avena 1 cucchiaio
mela* 1
*bio
arancia ½
limone* ½
*bio
marmellata di rosa canina* 1 cucchiaino
*senza zucchero o con zucchero integrale
latte di soia 1 cucchiaio
nocciole 10 g

Tempo di preparazione: 10' + 12h di ammollo

La sera prima mettete a bagno i fiocchi d'avena in tre cucchiai di acqua fredda.
La mattina grattuggiate la buccia del limone e poi spremetelo.
Aggiungete ai fiocchi d'avena ammollati 1 cucchiaio di succo di limone, un po' di buccia grattuggiata, la marmellata di rosa canina e il latte di soia.
Spremete ora l'arancia e tritate le nocciole.
Poco prima di servire, tagliate la mela in quattro, eliminate picciolo e torsolo, e grattuggiatela con la buccia. Aggiungete un cucchiaio di succo d'arancia e unite al resto degli ingredienti, mescolando bene per evitare che la polpa della mela annerisca.
Terminate guarnendo con le nocciole tritate e consumate subito.

03 maggio 2008

Premio Sale y Pepe

Chiara, alias Arame, mi ha conferito il premio Sale y Pepe. Ne sono davvero onorato, e tocca ora a me rimbalzarlo a qualcun altro. Certo è sempre difficile attuare una scelta, anche perché i blog che ho segnalato sulla sinistra sono davvero tutti molto interessanti e ricchi di stimoli.


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Dovendo comunque optare per passione e accoglienza, direi che il premio potrebbe andare a due blog culinari, uno vegan e l'altro no.

Veganswiss: Marta è una giovane mamma svizzera davvero fantastica. La passione di certo non le manca, e quello che apprezzo è il modo in cui sta educando i suoi figli. Già a volte non è semplice "scontrarsi" con il mondo se si è vegetariani, ma è ancora più pressante quando si crescono dei bambini e si deve in qualche modo rendere conto alle pressioni esterne (e in questo segnalo anche i blog di due altre giovani mamme vegane, mammafelice e tippi tappi). E poi andate a vedere la varietà e la quantità di ricette (tutte molto appetitose) proposte da Marta.

Il pranzo di Babette: blog di Kja, non vegan, ma con un'attenzione particolare a chi invece lo è, con un buon numero di ricette interessanti anche per i vegetariani. E poi, che foto!! E la proprietaria è sempre molto accogliente e simpatica.


30 aprile 2008

Riepilogo Aprile 2008

Mese decisamente più prolifico questo, sarà la primavera, sarà che sono diventato uno (splendido ;-P) trentunenne, sono riuscito ad essere un po' più attivo dei mesi passati, nonostante una settimana di trasferta lavorativa nel gelo russo...

Per quanto riguarda le ricette, muesli tostato per colazione, due secondi, il seitan impanato e gli azuki macrobiotici, delle crudità marinate con semi aromatici e infine la ricetta del soda bread irlandese.
Non sono mancate le recensioni a due ristoranti vegetariani, il Deva Deva Cafe di Tokyo e il Juice di Dublino.

Buon ponte a tutti, anche a chi come me lavorerà...

27 aprile 2008

Azuki macrobiotici


Ogni tanto mi piace anche presentare qualche ricetta semplice e "di base", adatta alla cucina di tutti i giorni, ma preparata con cura e attenzione. È il caso di questo piatto, la cui preparazione è diventata per me quasi un rito.
Nutro una notevole passione nei confronti degli azuki, legumi tipicamente giapponesi che possono essere utilizzati in svariati modi, e che si prestano anche a ricette dolci (molti dolci tradizionali giapponesi si basano su questo ingredienti).
Sono inoltre i legumi più ricchi di ferro e, contrariamente a quanto si pensa (e a quanto credevo anch'io), non sono soia, ma solo una delle tante varietà di fagioli esistenti. Ciò non toglie che siano però decisamente più digeribili e con un gusto più delicato dei loro parenti occidentali.

Azuki macrobiotici
Per 4 persone

azuki 1 tazza
alga kombu 10 cm
tamari 2 cucchiai

Tempo di preparazione: 1h15'

Lavate e mettete a bagno in acqua calda l'alga. Una volta ammollata, tagliatela in grossi pezzi. Lavate gli azuki.
Disponete l'alga sul fondo di una pentola a pressione, sovrapponete gli azuki e aggiungete lentamente dell'acqua fredda, facendo attenzione che l'alga non venga in superficie. Versate tanta acqua quanto basta a coprire appena i fagioli.
Chiudete il coperchio e ponete su fuoco alto. Non appena la pentola inizia a fischiare, abbassate la fiamma al minimo e inserite uno spargifiamma. Lasciate cuocere un'ora.
Trascorso questo tempo, fate calare la pressione, aprite la pentola e scolate gli azuki dall'acqua residua. Togliete anche i pezzi d'alga.
Condite gli azuki con il tamari, mescolate e servite.
Potete decorare con striscioline dell'alga che avete tolto.

Se volete, potete anche preventivamente mettere a bagno gli azuki la sera prima: in questo caso il tempo di cottura a pressione scende a 30'.

Altre mie ricette a base di azuki sono la zuppa di azuki e spinaci e la crema di azuki (salata).
Non mie, invece, questa interessante quiche di azuki e zucca, la crema di cereali e azuki e gli azuki e zucca di Chiara.
Per quanto riguarda le applicazioni dolci, vi consiglio la crema di azuki di Vera e questi fantastici biscotti al matcha ripieni di anko.

23 aprile 2008

Juice


Prosegue la mia carrellata di locali vegetariani, per un po' basta con Tokyo e il Giappone, è la volta di una meta decisamente più vicina, Dublino.

La capitale irlandese vanta numerosi ristoranti "verdi", e tra i tanti uno dei più celebri e alla moda è Juice.
Situato in pieno centro, nel quartiere di Temple Bar, sulle sponde del fiume Liffey, il locale è aperto sette giorni su sette, dalla tarda mattinata fino a sera. È quindi possibile approfittarne per un brunch domenicale, così come per un pranzo veloce, un tè pomeridiano o una cena elegante.
A differenza di molti ristoranti vegetariani nostrani, che puntano molto su una clientela già "formata" e sensibile all'argomento, Juice è il tipico ristorante trendy anglosassone che si differenzia da altri locali per il solo fatto di non servire carne e pesce e per l'attenzione al biologico. Non che mi lamenti, anzi, la varietà di offerta nel settore della ristorazione, purché veg, è sempre ben accetta!

Il locale, minimalista al punto giusto, con luci al neon troppo invandenti (e che mi hanno rovinato tutte le foto...) e camerieri in nero-Armani, propone un'interessante fusione di cucina occidentale, cinese e giapponese. Ricca (e come potrebbe essere altrimenti...) la scelta di succhi di frutta e frullati, così come la carta dei vini. Un po' deludente l'elenco delle birre, nessuna irlandese o britannica. Così come mi sarei aspettato qualche rivisitazione di ricette tradizionali locali, magari un bell'Irish stew di seitan.


Il conto non è dei più economici, ma bisogna tener conto chiaramente del servizio, decisamente curato, del locale e soprattutto del fatto che siamo in Irlanda. La tigre celtica, da paese "sfigato" e marginale, è ormai quello con il reddito pro-capite più elevato dell'Unione Europea, e si piazza al quinto posto nel mondo per sviluppo umano (dopo le immancabili Islanda e Norvegia, l'Australia e il Canada).


In sintesi: vale sicuramente la pena provarlo, soprattutto se avete amici non vegetariani, per fargli capire che "veg è figo" ;-)


Juice

73-83 South Great Georges Street
Dublin 2
Tel. +353 (0)1 475 7856
Aperto: tutti i giorni, 11.00-23.00
http://www.juicerestaurant.ie/

20 aprile 2008

Crudità marinate con semi aromatici


Un antipasto a base di verdure crude è l'ideale per iniziare il pranzo o la cena in maniera corretta, e per preparare lo stomaco ad assimilare le altre portate. In questo caso le verdure crude sono state preventivamente marinate con dell'acidulato di riso, e arricchite con semi aromatici, che le rendono particolarmente piacevoli.


Crudità marinate con semi aromatici
Per 6 persone

cavolo cappuccio rosso 200 g
finocchi 200 g
carote 200 g
semi di cumino 1 cucchiaio
semi di finocchio 1 cucchiaio
semi di coriandolo 1 cucchiaio
acidulato di riso 200 ml
olio extravergine d'oliva 3 cucchiai
sale marino integrale ½ cucchiaino

Per accompagnare
insalata verde di stagione

Tempo di preparazione: 30' + 3h di marinatura

Mondate e lavate il cavolo, il finocchio e le carote. Tagliatele a fettine molto sottili, e disponetele in tre contenitori separati. Macinate le spezie, tenendole separate: il cumino andrà col cavolo, il coriandolo con le carote, e i semi di finocchio col finocchio. Aggiungete l'acidulato di riso, un cucchiaio d'olio per ogni contenitore, e il sale.
Mescolate bene e lasciate marinare almeno tre ore.
Servite su un letto di insalata.

13 aprile 2008

Soda bread


Questa ricetta è nata per caso dopo una breve viaggio (questa volta per vacanza!) a Dublino lo scorso gennaio. Non conoscevo assolutamente questo pane irlandese, che è invece uno degli alimenti "cardine" della cucina di questa splendida isola. E pensare che esiste addirittura una Society for the Preservation of Irish Soda Bread!
Si tratta di un pane lievitato che utilizza il bicarbonato di sodio al posto del lievito. Gli ingredienti base sono farina, bicarbonato, sale e latticello: l'acido lattico e il bicarbonato reagiscono infatti formando bollicine di diossido di carbonio, che ne permettono la lievitazione. Ero quindi curioso di vedere quale potesse essere il risultato sostituendo il latticello con un latte vegetale (di soia). Il risultato è stato ottimo: il pane, che di solito diventa duro dopo due-tre giorni (così ho letto), si è mantenuto morbido per cinque giorni, conservando un piacevole aroma.

Soda bread
Per 1 pagnotta

farina integrale 450 g
farina "0" 250 g
latte di soia ½ litro
bicarbonato di sodio 1 cucchiaino
sale marino integrale 1 cucchiaino

Tempo di preparazione: 50'

Accendete il forno a 200°. Miscelate i due tipi di farina in una terrina. Aggiungete sale e bicarbonato. Versate poi il latte di soia e impastate il tutto. Tenete altra farina a portata di mano se l'impasto risultasse troppo liquido. Lavorate l'impasto e formate una pagnotta. Effettuate poi un taglio a croce sulla parte alta (serve per favorire meglio la lievitazione oppure, come si credeva nelle campagne irlandesi, per tenere lontano il diavolo!). Infornate e fate cuocere per 40'.
Otterrete un pane croccante fuori e morbido dentro, ottimo tostato a colazione con della marmellata senza zucchero, o nei pasti insieme a una minestra.


Così come questo pane è stata una piacevole sorpresa, anche Dublino mi ha lasciato un'immagine estremamente positiva. Città elegante e vivace, cosmopolita ma allo stesso tempo a misura d'uomo. E punto di forza sono anche gli irlandesi, assolutamente disponibili, affabili e fin troppo loquaci!